Dopo lunghe code alla dogana e un'ora di attesa per recuperare i nostri bagagli, sbarcati tra bauli di metallo e scatoloni approssimativi confezioniati con spaghi di plastica coloratissimi, il nostro taxi ci attende all'uscita.
Ci separano un paio di ore dall'ashram di Amritapuri. Sarà la stanchezza, ma è come un tuffo nella follia: Autobus che sembrano impazziti guidano come in un videogioco, motociclette e rikshow carichi all'inverosimile, sorpassi mozzafiato e il clacson... per avvisare del proprio arrivo, di un sorpasso, per tutto e per niente... come il concerto di un'orchestra surreale, che si fonde con gli altoparlanti fuori misura dei templi, che diffondono ad ogni angolo i canti devozionali. Case che sono poco più di baracche, raffazzonate con lamiere e plastica, immondizia ovunque, gente che vive sulla strada. Mucche ammazzate e vendute a pezzi al bordo del traffico, con la testa giusto appoggiata su di una cassetta per terra. I colori all'alba sono sfocati da una nebbiolina intensa che si sente anche sulla pelle. Di tanto in tanto l'olfatto è assalito da odori intensi, di smog, di fabbriche di caucciù di pesce (i bambini non possono fare a meno di citare Asterix), di rifiuti, e di tanto altro a noi sconosciuto.
L'umidità che ti assale e che ti insegna a rimanere presente in ogni respiro, per farti attraversare da quel caldo, che il tuo corpo non conosce. Uomini che sputano per terra, si lavano i denti, urinano e si soffiano il naso, dove tu dovrai camminare o cercare di sederti.
E' quasi impossibile riuscire a pensare, perchè la mente è spiazzata e tutta l'energia è impegnata a trovare nuovi modi per adattarsi.
Esce il sole, e il caldo è pesante, di colpo arriva un "piccolo" monsone,
Così è l'umore, altalenante, tante emozioni, in questo mondo sconosciuto e provante. E tanti occidentali che incontriamo ci ripetono fieri " e questo è il Kerala, la " la Svizzera indiana" come dire che non abbiamo visto niente e noi ci crediamo, anche se sinceramente...
Vogliamo essere sinceri su quello che abbiamo provato e sui mille dubbi che ci hanno assalito in questa folle terra.
Quando meno te lo aspetti però, arriva un dono, due occhi neri e profondi, un sorriso veramente felice nell'incontrarti, famiglie intere che si avvicinano chiedendoti di te, chi sei, cosa fai nella vita e su che classe frequentano i tuoi bimbi, poi stringendo la mano a tutti ti salutano augurandoti buona giornata.
E così che mi lascia un padre di famiglia con quattro bimbi,veramente estatico nel conoscerci... Senza parole, nella mia diffidenza, già pronto a difendermi da qualche minaccia, nella mia povertà di animo che ho imparato nel mio "ricco"paese.
E così tra una prova e l'altra la bellezza e la magia iniziano a mostrarsi a noi in questo incredibile viaggio..
Accidenti che atterraggio! Grazie per queste descrizioni e queste foto così 'cariche di umori'. Sono sicuro che tutti questi incontri vi lasceranno segni importanti. A presto! ciao Luca
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