Stamattina Gianni mi ha svegliato presto, erano le sei... e io invece di girarmi dall'altra parte e riaddormentarmi, ho cominciato a pensare.L'altra sera abbiamo visto una presentazione di diapositive che illustrava un viaggio di 7 mesi tra le comunità e gli ecovillaggi degli USA. Sarà stato perchè la presentazione era in Francese e la ragazza che la esponeva parlava molto velocemente... ma non mi sono appassionata. E ho comunciato a riflettere e ad interrogarmi su ciò che stiamo ricercando noi con la nostra esperienza, e sulla traccia che voglio lasciare. Non voglio fare un reportage, non voglio fare la turista né tantomeno la giornalista che fa interviste e scatta fotografie per raccontare al mondo come sono e come funzionano queste realtà.La spinta che sento è quella del ricercatore, dello sperimentatore... vorrei tenere aperta una porta alla possibilità di trovare in ogni luogo una possibile casa, una tribù a cui appartenere, vorrei mantenere l'atteggiamento di chi osserva, ascolta e si mette in gioco in prima persona per apprendere. E così ho pensato a queso nostro blog. A questo nostro diario aperto ancora da inventare, a che cosa scrivere, a chi rivolgermi, con quale tono e con quali colori... Vorrei utilizzare il blog per raccontare alle persone care questa nostra esperienza, per fermare le impressioni e per dare spazio alle riflessioni... Confesso che I timori sono tanti... ma il desiderio di raccontare e di raccontarsi è più forte... e allora: via!
L'avventura della nostra famiglia in esplorazione tra comunità intenzionali ed ecovillaggi in Europa ...e non solo
BENVENUTI NEL NOSTRO DIARIO DI BORDO!
Siamo Giovanni, Valentina e i piccoli Martino e Nicolò.
Abbiamo lasciato la nostra casa e il nostro lavoro circa tre anni fa per andare a conoscere persone che vivono diversamente, insieme, in modo creativo e consapevole.
Il nostro intento è di vedere se è possibile vivere dando un maggior senso alla propria esistenza.
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"Lasciate che le vostre vite parlino per voi"
(Gandhi)
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20.3.10
Un blog?
Se tu credi che un sorriso sia più forte di un arma*se tu credi alla potenza di una mano offerta*se tu credi che ciò che unisce gli uomini sia più importante di ciò che li divide*se tu credi che essere differenti sia una ricchezza, e non un periocolo*se tu credi che la pace sia possibile, allora la pace verrà...
Stamattina Gianni mi ha svegliato presto, erano le sei... e io invece di girarmi dall'altra parte e riaddormentarmi, ho cominciato a pensare.L'altra sera abbiamo visto una presentazione di diapositive che illustrava un viaggio di 7 mesi tra le comunità e gli ecovillaggi degli USA. Sarà stato perchè la presentazione era in Francese e la ragazza che la esponeva parlava molto velocemente... ma non mi sono appassionata. E ho comunciato a riflettere e ad interrogarmi su ciò che stiamo ricercando noi con la nostra esperienza, e sulla traccia che voglio lasciare. Non voglio fare un reportage, non voglio fare la turista né tantomeno la giornalista che fa interviste e scatta fotografie per raccontare al mondo come sono e come funzionano queste realtà.La spinta che sento è quella del ricercatore, dello sperimentatore... vorrei tenere aperta una porta alla possibilità di trovare in ogni luogo una possibile casa, una tribù a cui appartenere, vorrei mantenere l'atteggiamento di chi osserva, ascolta e si mette in gioco in prima persona per apprendere. E così ho pensato a queso nostro blog. A questo nostro diario aperto ancora da inventare, a che cosa scrivere, a chi rivolgermi, con quale tono e con quali colori... Vorrei utilizzare il blog per raccontare alle persone care questa nostra esperienza, per fermare le impressioni e per dare spazio alle riflessioni... Confesso che I timori sono tanti... ma il desiderio di raccontare e di raccontarsi è più forte... e allora: via!
Stamattina Gianni mi ha svegliato presto, erano le sei... e io invece di girarmi dall'altra parte e riaddormentarmi, ho cominciato a pensare.L'altra sera abbiamo visto una presentazione di diapositive che illustrava un viaggio di 7 mesi tra le comunità e gli ecovillaggi degli USA. Sarà stato perchè la presentazione era in Francese e la ragazza che la esponeva parlava molto velocemente... ma non mi sono appassionata. E ho comunciato a riflettere e ad interrogarmi su ciò che stiamo ricercando noi con la nostra esperienza, e sulla traccia che voglio lasciare. Non voglio fare un reportage, non voglio fare la turista né tantomeno la giornalista che fa interviste e scatta fotografie per raccontare al mondo come sono e come funzionano queste realtà.La spinta che sento è quella del ricercatore, dello sperimentatore... vorrei tenere aperta una porta alla possibilità di trovare in ogni luogo una possibile casa, una tribù a cui appartenere, vorrei mantenere l'atteggiamento di chi osserva, ascolta e si mette in gioco in prima persona per apprendere. E così ho pensato a queso nostro blog. A questo nostro diario aperto ancora da inventare, a che cosa scrivere, a chi rivolgermi, con quale tono e con quali colori... Vorrei utilizzare il blog per raccontare alle persone care questa nostra esperienza, per fermare le impressioni e per dare spazio alle riflessioni... Confesso che I timori sono tanti... ma il desiderio di raccontare e di raccontarsi è più forte... e allora: via!
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