BENVENUTI NEL NOSTRO DIARIO DI BORDO!

Siamo Giovanni, Valentina e i piccoli Martino e Nicolò.

Abbiamo lasciato la nostra casa e il nostro lavoro circa tre anni fa per andare a conoscere persone che vivono diversamente, insieme, in modo creativo e consapevole.
Il nostro intento è di vedere se è possibile vivere dando un maggior senso alla propria esistenza.
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"Lasciate che le vostre vite parlino per voi"
(Gandhi)



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2.4.10

Alla ferme du Champ-dolent



La strada che sale da Sisteron ci offre un panorama incredibile tra montagne rocciose innevate appena sulla cima e cielo azzurrissimo di primavera; la valle è una riserva geologica dove sono stati ritrovati importanti resti fossili. Dopo circa venti chilometro tra le rocce troviamo un piccolo paesino, saliamo ancora per quattro chilometri, poi, imbocchiamo una stradina sterrata fiancheggiata da due file di alberi, saliamo ancora e arriviamo al cancello dove inizia la proprietà di Champ Dolent.




Duecento ettari di pascoli recintati, lo so perchè iniseme a Didier, il conduttore dell'azienda, il giorno dopo il nostro arrivo abbiamo sistemato tutta la recinzione, messa alla prova dalle abbondate nevicate invernali.



Appena arrivati ci accolgono quattro cani entusiasti, che ci ricoprono ben presto di fango e Sylviane ci offre un tè.
Dopo averci mostrato la bergeria, andiamo insieme a lei a dare da mangiare ai cavalli e ai muli, a circa venti minuti di cammino, il suo passo è agile e deciso e solo Martino riesce a starle dietro. Arriviamo ad un altipiano e lassù ci vengono incontro due cavalli da tiro e una coppia di muli, utilizzati per il trasporto del fieno. Un carro di legno con tanto di stufa, qualche stoviglia e una branda per il pastore che starà in estate per sorvegliare le greggi e proteggerle dai lupi. I bambini sgranano gli occhi e si fanno raccontare dei lupi.




C'è qualcosa di più significativo dell'ecologia per me: la semplicità.

Nel muro una nicchia e lì tutte le pentole, i piatti fatti a mano e le sole stoviglie necessarie, niente di più. In un altro armadio la dispensa. La fontana appena fuori che porta l'acqua in casa. Dalla finestra della cucina i polli a cui sono affidati gli avanzi. La luce minima, giusto una fioca lampadina per ogni stanza, una piccola libreria e uno splendido camino. Tutto ordinato e pulito.




In una stanza a fianco un grande telaio, recuperato tra quelli di St. Antoine, dove Sylviane tesse, ci dice che è un buon modo per meditare.



Per cena una minestra e una fetta di torta di mele.

Tutto nella semplicità e noi ci sentiamo così complicati, bisognosi di mille "accessori", penso al nostro camper, a quante cose abbiamo dentro.

Dopo cena, davanti ad una tazza di orzo calda, Sylviene ci racconta la sua storia: dieci anni vissuti da nomade insieme a suo marito, due persone semplici, vestiti con tonache in stile francescano cucite da loro, prima con gli zaini sulle spalle, poi un asinello con un basto per portare le loro cose, quindi un carretto trainato, poi, con la nascita della bambina, la tenda che condividevano con le caprette, ha lasciato il posto ad un carro tirato da due asinelli, ed infine, quando la piccola è cresciuta, un piccolo carro anche per lei. Incantati da tanta poesia guardiamo le vecchie fotografie. Il cibo dalle fattorie in cui si fermavano offrendo il loro lavoro, oppura dalla raccolta spontanea. Il pane cotto in un forno di fortuna ricavato da un bidone di lamiera interrato nella terra. Un po' di lana per le calze ed i cappelli. Infine, a causa dell'aumento del traffico motorizzato per le strade, dopo aver subito due incidenti, decidono di fermarsi tra queste montagne, inizialmente con i loro carri, poi costruiscono una casetta di legno, una stalla per le capre e così vivono per venticinque anni nella totale semplicità.





Prima di andare a dormire porta in bambini con sè nella stalla, dove un agnellino ha bisogno di essere allattato col biberon. La stalla degli agnellini è qualcosa di magnico... è quasi impossibile pensare alla loro fine.


Questo è l'aspetto che più ci lascia perplessi. Noi abbiamo proprio voglia di condivisione e sentiamo più che mai l'importanza di vivere nel rispetto di tutti gli esseri.



Giovedì mattina.



Ci svegliamo sotto la neve! Ne sono già caduti dieci centimetri ed è meglio partire, per evitare di rimanere bloccati.
Scendiamo attaccati al trattore di Didier, perchè la strada è veramente ripida ed esposta.

Un'altro ingrediente che vorremmo aggiungere alla nostra nuova vita: la semplicità bella, ordinata e consapevole, nella natura. Ci sentiamo un po' malati di complessità inutile, che allontana dal senso della vita.

3 commenti:

  1. La bellezza e la semplicità. Muri di pietra, telai di legno e una stufa azzurra. Agnellini, lupi, erba secca e un raggio di luce dalla finestra! Ma avete solo spostato il camper un po' più giù o siete proprio partiti? E se siete partiti per dove? Ciao ciao. Luca

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  2. Ciao Martino e Nicolò, siamo i vostri compagni di San Pietro. Abbiamo ricevuto la vostra lettera e stiamo seguendo il vostro blog.Forza Roma!Noi stiamo bene.
    Lo sapete che da noi è venuto un educatore cinofilo.
    In scienze stiamo facendo il regno vegetale, in matematica le espressioni, in lingua la base dell' analisi logica, in storia l'uomo di Neanderthal, in geografia il mare e voi?
    Tanti saluti da tutti noi.

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  3. ciao sono Marta S.stai bene? io si , spero che torni presto a scuola. Buon proseguimento.

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